Crescono in Italia i comuni che puntano sul rinnovabile

impianti eolici

Non solo dati e numeri, ma storie concrete: é così che Legambiente racconta il rapporto “Comuni Rinnovabili”, concentrandosi sulle cooperative energetiche, le famiglie e le comunità che, con un no ai vecchi sistemi, hanno dato inizio a progetti di autoproduzione.

L’Italia, sebbene attraverso un lento cammino, si sta infatti trasformando in un Paese produttore di energia rinnovabile. Questo anche grazie all’Europa che, con l’approvazione della direttiva 2018-2001, eliminerà negli anni a venire gli impedimenti allo scambio di energia rinnovabile nei condomini, nei terreni agricoli e in tutti i distretti produttivi, complice anche la discesa dei prezzi del solare, dell’eolico e delle batterie. Nell’ottica di ridurre consumi e costi, il cambiamento verso un modello energetico sempre più diffuso avrà dunque come protagonisti proprio i consumatori, che diventeranno a loro volta anche produttori di energia pulita.

Il rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente

Presentato a Roma attraverso 100 storie,  il rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente dimostra come l’autoproduzione e la distribuzione locale siano frutto di scelte fatte da parte di aziende, comunità e famiglie che vanno in direzione green, dicendo no alle fonti fossili. Tutto questo sta accadendo da nord a sud del nostro Paese, in piccoli comuni come nelle grandi città, confermando concretamente la volontà da parte degli italiani di orientarsi verso l’innovazione energetica.

Tra i casi più significativi, in provincia di Bolzano troviamo la cooperativa elettrica di Funes, i cui soci sono gli abitanti stessi della cittadina. Producendo più energia di quella che consuma, grazie alle sue fonti rinnovabili soddisfa a pieno il fabbisogno territoriale. Inoltre, vendendo le eccedenze alla rete nazionale, ha la possibilità di reinvestire in nuovi impianti. In ambito agricolo c’è invece l’esempio dell’azienda Val Paradiso di Naro, in provincia di Agrigento: qui si coltivano oltre cento ettari di ulivi seguendo i criteri dell’agricoltura biologica, e il processo produttivo viene alimentato da energia derivante da fonti rinnovabili. Succede anche nell’azienda agricola Arte, situata tra Manfredonia e Cerignola, dove da quattro anni l’intera produzione biologica è alimentata grazie ad un impianto di biogas. In provincia di Udine, per l’esattezza a Palazzolo Dello Stella, l’azienda agricola Isola Augusta ha realizzato negli ultimi anni ben tre impianti fotovoltaici. L’azienda possiede anche un impianto geotermico e una colonnina per ricaricare i veicoli elettrici.

Tra le storie più importanti vi è anche quella del comune di Cavalese in Val di Fiemme, che con il suo impianto di teleriscaldamento a biomassa è oggi in grado di sostituire 3.5 milioni di litri di gasolio, producendo inoltre energia elettrica e termica. Il comune trentino dispone anche di un impianto idroelettrico e di un impianto di digestione anaerobico, anch’esso in grado di produrre energia rinnovabile.

Infine, la SEM di Morbegno, cooperativa in provincia di Sondrio nata nel 1897: forte dei suoi nove mini impianti idroelettrici, è in grado di fornire energia elettrica rinnovabile ad alcuni comuni confinanti.

I numeri forniti dal dossier

Oggi, in Italia, gli impianti fotovoltaici superano il milione di unità, mentre quelli del solare termico arrivano a circa  a 7200. Sono 1030 quelli dell’eolico e circa 1500 quelli del mini idroelettrico, mentre gli impianti delle bioenergie superano di poco le 4000 unità. Con circa 600 impianti, anche il geotermico è ben presente nel nostro Paese.

Grazie a queste realtà e soprattutto a questi numeri, in Italia esistono più di 3000 comuni autosufficienti per quanto riguarda l’energia elettrica e 50 per quanto riguarda quella termica. Ottima notizia: ben 41 realtà italiane sono completamente rinnovabili e, nell’attesa di essere raggiunte da molti altri comuni, dimostrano come il nostro Paese, seppur lentamente, stia prendendo la giusta direzione in ambito green.

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